В последният брой на излязлото наскоро списание на италианските гайдари от района на Изерния, регион Молизе, където някога са се заселили Алцековите българи има публикация от Антониета ди Качия за мартеницата, в което е сложена и моя статия за легендата, свързана със синовете на хан Кубрат и тяхната сестра Хуба, останала в Балтава (дн. Полтава) - столицата на тогавашната Велика България.
Nell’ultima parte della rivista, solitamente dedicata a tematiche non necessariamente attinenti alla zampogna e agli altri strumenti con la sacca, in questo numero ospitiamo due contributi: Antonietta Caccia, Un rito di primavera tra i patrimoni culturali immateriali dell’umanità e Latchezar Toshev, The Martenitsa un’antica tradizione bulgara, diffusa anche in altri Paesi limitrofi, derivante da un’usanza pagana che i proto-bulgari portarono dalle montagne del Pamir e che oggi è un modo con cui i moderni abitanti della Bulgaria si scambiano gli auguri all’inizio della primavera. Nell’ultima sessione del Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, tenutasi a Jeju nella Repubblica di Corea, la Martenitsa, nelle sue varianti regionali, è stata iscritta nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità prevista dalla Convenzione stessa.
Da alcuni anni, puntualmente, agli inizi di marzo anche noi del Circolo riceviamo da Latchezar Toshev un tenero biglietto augurale di Buona Primavera recante un’immagine di Martinitsa. Ve ne è una ragione e affonda le sue radici in una lontanissima tappa dell’incessante e insopprimibile migrare umano. Infatti, oltre che per la sintonia in cui siamo entrati nel nome della comune tradizione di uno strumento musicale con la sacca (noi abbiamo la zampogna, i bulgari hanno la gaida), lo scambio epistolare che si è instaurato con Latchezar Toshev (già parlamentare dell’Assemblea nazionale bulgara e poi componente del Consiglio d’Europa con la passione per la misica tradizionale e per la storia dei bulgari fuori dalla Bulgaria) muove anche da un altro interesse di tipo culturale e storico ed ha a che fare con la diaspora degli antichi bulgari.
Una parte di essi, secondo quanto riferisce Paolo Diacono nella sua “Storia dei Longobardi”, guidati da un nobile di nome Alzek, nella seconda metà del VII secolo si insediò, pacificamente e su concessione del duca di Benevento, in ampie zone dell’attuale regione Molise ponendovi le proprie nuove radici, dopo quelle originarie dei lontani altipiani del Pamir e quelle balcaniche da cui la varie tribù, dopo essere state unificate da Khan Kubrat intorno al 650, presero ciascuna la propria strada; dalle attuali Bulgaria, Ucraina e Macedonia alla regione del Volga in cui fondarono la città di Bolgar (vicino all’attuale città di Kazan nella repubblica russa del Tartastan) e fino alle terre degli antichi sanniti, oggi Molise. Popoli che vanno, popoli che vengono.
Antonietta Caccia, Presidente
LA MARTENITSA
La Martenitsa
- un segno costituito da una coppia di fiocchi rossi e bianchi (filo
rosso e bianco), è
un simbolo con cui i bulgari danno il benvenuto alla primavera e si
augurano salute e felicità.
Questa
è una vecchia tradizione pre-cristiana.
L’origine
della parola "Martenitsa" deriva dal nome del primo mese
della primavera - marzo. Il Primo marzo i bulgari, ma anche alcuni
residenti dei paesi limitrofi - Romania e Macedonia – mettono sui
loro vestiti o ai polsi la Martenitsa.
Questi
simboli si mettono anche su alcuni animali domestici - cavalli, cani,
il montone che conduce il gregge e altri ancora.
La
Martenitsa si porta come un segno della primavera prima amcora di
vedere una cicogna o una rondine.
La
Martenitsa viene poi rimossa e attaccata ad un albero da frutta in
fiore.
Questa
tradizione proviene dal primo paese dei Bulgari - vicino alle
montagne del Pamir in Asia - più di 2.000 anni fa.
In
questo luogo il “dio” Farno – “dio” della prosperità,
raffigurato come un ariete con al collo la Martenitsa.
Durante
l'Impero Romano, il nuovo anno iniziava il primo marzo, e cosi questa
festa si e combinata con la vecchia tradizione.
L’Articolo 62 del Sesto Concilio Ecumenico della
Chiesa Cristiana, tenutosi a Costantinopoli nel 681 anno vieto "la
festa popolare celebrata il primo giorno di marzo".
Proprio
in quel momento i bulgari erano impegnati ad attraversare il Danubio
e con la formazione del loro paese non notarono questo divieto.
E
poi, non erano ancora diventati cristiani.
A
poco a poco la Martenitsa ha perso il suo significato pagano per
diventare solo il saluto della primavera, un augurio di salute - in
una tradizione bulgara.
C'è
una leggenda relativa a come i bulgari interagiscono tra loro con la
Martenitsa nei diversi luoghi dei loro insediamenti.
Nel VII secolo, i bulgari iniziarono a stabilirsi nel
territorio della moderna l'Ucraina creando la capitale bulgara
Baltava (oggi Poltava).
Dopo
la morte di Khan Kubrat (Kurt) – l’unificatore di tutte le tribù
bulgare, i suoi figli si sono separati. Il più grande - Boyan
Baltava è rimasto in prima linea nella cosiddetta Baltava con
i”bulgari neri”; il secondo figlio - Kotrag è stato il fondatore
della città di Bolgar sul fiume Volga (vicino all'attuale Kazan,
dove i “bulgari argenti” si sono convertiti all'Islam).
Asparuh
ha portato i suoi bulgari sul Danubio, l’ha attraversato e si e
stabilito nel paese dove i bulgari vivono oggi; Kuber e Mavar
(Mauros) sono andati prima nella Pannonia, poi a Salonicco, in
Macedonia.
Altsek
si stabile con la sua orda vicino a Campo Basso in Italia, e in
seguito stipulo un contratto con il principe dei Langobardi di
Benevento Grimoaldo e suo figlio Romoaldo.
I
fratelli avevano una sorella rimasta in Baltava.
Poiche
si affliggeva per i suoi fratelli invio allora un simbolo vivente
della Martenitsa a guisa di saluto dal vecchio paese e di augurio di
buona salute.
Poi
la continuo ad inviare Martenitse ogni primavera, e cosi si chiamo
Baba Marta.
In
fatti tutti credono che durante il mese di marzo il tempo sia molto
variabile, di un umore fluttuante che ricorda Baba Marta, ora
addolorata per i suoi fratelli, ora fel ice di avere loro notizie.
Così,
continuando la tradizione della Martenitsa i bulgari odierni salutano
l'arrivo della primavera, e mantengono un legame spirituale con gli
altri, ovunque essi vivano nel mondo.
Latchezar Toshev
THE MARTENITSA
The Martenitsa is constituted by a twined wool dolls –
white and red, made by red and white yarn which the Bulgarians are
giving to each other as a gift ( They are always given as gifts, not
bought for oneself. Martenitsas are given to close people, loved once
and friends.) when is celebrated the forthcoming Spring, always on
1-st of March. They are wishing each other health, longevity and
happiness. It is an old tradition of Pre-Christian origin.
The Etymology of the word “Martenitsa” is derived
from the name of the month of March - in Bulgarian it is pronounced
as Mart, which is the first month of the Spring.
On 1-st of March the Bulgarians and the inhabitants of
the neighboring states Romania, Macedonia and North of Greece are
pinning the Martenitsas (Martenitsi – in plural) on their cloths
and on their hand - tied around the wrist.
It could be tied also
around the neck of domestic animals as dogs, donkeys, horses, rams,
goats etc. This Martenitsa should be kept until you see a stork or a
swallow as first birds of the Spring. Then the Martenitsa should be
taken off and putted on a budding fruit-tree in blossom.
Such a tradition is dated back to the ancient fatherland
of Bulgarians which was in Middle Asia in the slopes of Mountain
Pamir where the Bulgarians came from in Europe nearly 2000 years ago.
Initially the Martenitsa had symbolized a god of prosperity called
Farn – presented as a Ram with Martenitsa.
During
the Roman Empire, the New Year has stared on 1-st of March and this
Fest was combined by Bulgarians with their old tradition. In the
Canon 62 of the decisions of the 6-th Ecumenical Council (Synod) of
the Christian Church (then still united) held in Constantinople - in
the Palace of Trullo - in the year 680 AD, this Fest was prohibited.
Then the Synod has stated :
“ Canon 62 “The so-called Calends,
and what are called Bota and Brumalia, and the full
assembly which takes place on the first of March, we wish to be
abolished from the life of the
faitful.”
But in this very moment the Bulgarians were busy with
the establishment of their new state, crossing the Danube-river in a
battle with the Byzantine army and missed this decision of the
Church. In addition – at that time they were not Christianized yet
and did not cared a lot about such decisions.
Step by step, the Martenitsa has lost it paganistic
meaning and became only a celebration of the Spring, as well as
salutation in a typical Bulgarian way.
It is a legend about the Martenitsa referring to the
time of devision of the Bulgarian tribes.
In 7-th Century AD, the Bulgarians to first become
united in a single state located on the territory of Today's Ukraine
with a capital city of Baltava (today's Poltava). It was called “
Great Bulgaria”. From the name of the capital city – Baltava,
derives the royal style of the Rular – Baltavar. After the death of
Khan Kubrat (Kurt) - the Ruler and unifier of all Bulgarian tribes,
his sons had divided again.
The Eldest – Bat Boyan (Bayan) had remained in Baltava
and his peoples remained with him there were named - “Black
Bulgarians”. The second son – Kotrag has moved to Volga-river and
had established there the state of “Bulgaria on Volga” which has
lasted until 14-th Century AD. Its capital city was Great Bulgar. It
is located near the current city of Kazan. His people were named
“Silver-Bulgarians”. Asparukh – the third son, moved to
Danube-river with his horde and had founded the state of Bulgaria –
where the Bulgarians lived today since year 681 AD.
The other sons of Kubrat - Kuber and Mauros had settled
first in Panonia – under the Khanate of Avars, but them moved to
Macedonia and settled not far from Thessaloniki.
Alzek (Altsek) with his horde has settled in Campobasso
and Isernia in today's Italy - under a contract with the Langobard's
Prince Grimoald of Benevento and his son Romoald, serving them as
commander of his own cavalry troops, receiving the title of a
Gastald.
The brothers had a sister who remained in their old home in
Baltava. Being in sorrow for her brothers, she decided to send them a
live swallow- birds with Martenitsas as a greetings from the ancient
Fatherland by her and wishes for health and prosperity. Some say that
her name was Huba, but due to receiving her Martenitsas in March, she
became known as Baba Marta (Grandma Marta).
The weather in March is
very variable and changing very rapidly. In the people's imagination,
it reflects the change in the mood of Baba Marta . When snowing and
getting cold in March, the Bulgarians say that Baba Marta is angry,
because her people are in quarrels and when the weather is sunny and
warm, this means that she is smiling to the Bulgarians.
With this ancient tradition the Bulgarians welcoming
the Spring, but also being dispersed in various parts of the world,
through Martenitsa's they are keeping their unity in one spiritual
community.
Latchezar Toshev
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04.11.2016г.
Published on 16
Dec 2016
Проф. Пламен
Павлов разговаря с Лъчезар Тошев
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на Алцек,
Петър Добрев, в.Лечител,
21.11.2013г.